Gestalt Counselling Espressivo Relazionale

Igor Reggiani

Gestalt Counselling Espressivo Relazionale: il gesto artistico come espressione del mondo interno e della relazione con l’altro.

A volte ci si approccia a un percorso di relazione d’aiuto perché si ha un problema specifico con qualcuno: un genitore, il datore di lavoro, il fidanzato. Il counselling diventa, quindi, nelle aspettative della persona un modo per riequilibrare qualcosa che non funziona nella propria vita. Molte persone decidono di intraprendere un percorso come questo non perché avvertano un problema particolare, ma per un’insofferenza, un disagio interno oppure per il semplice desiderio di conoscersi meglio.

in Gestalt ogni processo di esplorazione di se’ avviene in relazione agli altri e questo è evidente se pensiamo a quanto poco conosciamo il nostro mondo interno, che effetto hanno i nostri comportamenti sugli altri, se ci lasciamo arricchire da altri punti di vista, o cerchiamo di escludere gli altri per arroccarci sulla nostra visione. Per sapere di sé è indispensabile lo scambio autentico con l’altro. La comunicazione interpersonale prende in considerazione sia le parole che diciamo, di cui spesso sottovalutiamo la potenza, sia il messaggio non verbale, che arriva al cuore del nostro interlocutore. I “non detti” arrivano all’altro con lo stesso impatto delle parole, o forse in modo ancora più forte. In genere cerchiamo di comunicare “nel modo giusto”, ma quel che diciamo veicola in modo sotterraneo le nostre intenzioni e motivazioni, di cui non sempre siamo consapevoli.

Le relazioni intime sono il vero dono dell’esistenza, se si riesce a viverle con presenza e autenticità, accettando di sentire ed esprimere anche le emozioni più difficili, piacevoli e spiacevoli. Questo significa “essere presenti”, ovvero accorgersi di ciò che accade nel corpo: è un riconoscere se stessi e averne cura, non per eliminare le emozioni negative, ma per direzionare la nostra energia nel creare ciò che desideriamo. Le emozioni sono il motore del nostro agire e noi ci avvaliamo in genere delle nostre azioni per soddisfare i bisogni: per esempio, essere aggressivi ci è utile per difendere il nostro spazio e per  conquistare ciò che desideriamo; l’invidia ci indica un obiettivo da raggiungere; il dolore ci fa toccare la fragilità e trasforma il punto di vista; il dolore ci fa toccare la fragilità e trasforma il punto di vista. Pensare di nascondere un’emozione, per esempio non mostrarsi fragili davanti a un figlio, è come sottrarre sé stessi all’altro, che non si sentirà autorizzato a esprimere la propria anima.

Per comunicare in maniera sana bisogna pertanto apprendere un linguaggio, che è quello del sentire e del corpo. Come si impara a riconoscere le emozioni? Nel Counselling Espressivo utilizzeremo strumenti che offre la Gestalt, l’Arte e il Teatro. Il gesto artistico viene sollecitato dalle attività laboratoriali e accolto come espressione del nostro mondo interno senza giudizi o interpretazioni, sentendo quel che emerge dallo sfondo e che ci appartiene. È interessante entrare nel dettaglio e collegare l’emozione con momenti precisi della nostra vita quotidiana; in questo senso, lo strumento più efficace nel lavoro di gruppo è la drammatizzazione teatrale, dove si ricostruisce la dinamica personale facendo interpretare ai partecipanti i vari ruoli. Per chi che si mette in gioco vedere quel che accade sul piano emotivo-corporeo è come vedere se stesso al microscopio, aprendo lo sguardo a 360 gradi su un fenomeno quotidiano della propria vita: emozioni, gesti, avvicinamenti e allontanamenti, non detti, silenzi, automatismi… Definiti i termini dell’avvenimento e riprodotte le dinamiche, preso atto del fenomeno che accade, il passo successivo è tentare nuove strade: la vera funzione del teatro è permettere di tentare, rischiare, provare altre soluzioni per trovare la più adatta nel qui e ora, in una situazione che si sperimenta come reale, ma che è ancorata alla realtà solo per quanto riguarda il nostro mondo interno. Ogni espressione in scena, frutto del contatto autentico con sé stessi e con gli altri dà forma a un nostro personaggio interno, che ha ragioni, obiettivi e intenzioni molto spesso a noi ignote e viene poi sviluppato sulla scena.

Il lavoro sui personaggi interni ha come scopo di ampliare le possibilità di azione e reazione nella nostra vita. In Gestalt immaginiamo di essere come un condominio di istanze, molte delle quali sconosciute a noi, ma che vengono avvertite da chi ci è vicino perché il messaggio vero passa dal corpo e non dalle parole. Una volta che i nostri personaggi escono allo scoperto nell’espressione teatrale, non possiamo più fingere che non ci siano: ogni istanza è utile se direzionata nel modo giusto, ognuna può essere uno strumento importante nella vita, purché venga scelta e non lasciata agire in automatico, ma per fare questo è necessario conoscerla, riconoscerla e esercitarla.

In sostanza, l’obiettivo del corso è allargare la consapevolezza dei partecipanti, affinché possano scegliere con libertà e responsabilità, sentendo la forza reale e non solo quella fantasticata, che permette di vivere in maniera più soddisfacente e portare l’autenticità nella vita di tutti i giorni.