Arteterapia e Gestalt

Margherita Biavati

Alle persone creative è richiesto coraggio e impegno per reggere l’ansia del non conosciuto e non arrendersi di fronte ai dubbi.

L’Istituto Gestalt Bologna è una associazione fondata nel 1997 che da allora si occupa di Counselling e di Arteterapia. Il Counselling mi ha da sempre affascinato perché contiene un grande potenziale: quella di essere rivolto a tutti, di occuparsi del benessere delle persone, una “terapia per sani” come diceva Perls. La grande ispirazione del Counselling è che non importa essere malati per ammettere di aver problemi, di non sapere come gestire le proprie emozioni, superare i propri conflitti, come comunicare in modo sano e positivo con gli altri.

Fine ultimo di ogni percorso di crescita personale è andare verso il proprio benessere, che significa riconoscere i propri pensieri, sentimenti e emozioni, riuscire a comunicare con gli altri, affrontare i cambiamenti nella vita, ampliare la propria visione delle cose. L’arteterapia in questo senso è di grande aiuto perché allarga l’orizzonte e rende possibile di vedere oltre, con gli occhi dell’immaginazione.

Arte e Arteterapia si muovono entrambe sui sentieri della sensorialità percettiva ed espressiva e richiedono un linguaggio analogico e metaforico. Entrambe hanno una grande valenza terapeutica: l’espressione di sé, ma mentre l’arte mira al valore estetico dell’opera, l’arteterapia s’interessa e si focalizza sul valore etico del processo e sulla potenzialità trasformativa dell’esperienza. In questi tempi d’incertezza in cui il disagio psichico più frequente è la depressione legato alla mancanza di comunicazione, al senso vuoto e confusione di obiettivi, i gruppi di Counselling e Arteterapia assumono sempre più interesse: i partecipanti hanno l’opportunità di vivere contatti autentici, si formano all’esperienza empatica, imparano ad accorgersi l’uno dell’altro, a cogliere le sfumature meno visibili, in fin dei conti iniziano a conoscere se stessi.

L’interesse per l’arte come strumento terapeutico, si tratti di Counselling o di Psicoterapia, è dato in primo luogo dal valore intrinseco dell’esprimere se stessi nella propria originalità e peculiarità che porta a un sentimento di accettazione di sé, presupposto indispensabile di ogni cambiamento. Inoltre, durante il processo creativo si escludono i censori e la manifestazione del proprio mondo interno avviene in modo naturale e diretto. Mentre siamo impegnati a realizzare un’opera che sia una scultura, un dipinto, un brano musicale, una pièce teatrale, un canto… non siamo consapevoli che stiamo parlando di noi e l’osservatore-controllore interno si blocca e per alcuni momenti noi possiamo esprimerci liberamente senza il tormentoso bisbiglio dell’auto-critica e auto-giudizio. 

Non sempre e non per tutti il dialogo terapeutico è la via migliore per esprimersi. Parlare di sé attraverso un mezzo artistico, qualsiasi esso sia, significa lasciarsi andare così come si è, rivelare le proprie impressioni, impulsi e desideri non con le parole ma tramite metafore: quando l’azione creativa inizia si avverte un senso di vuoto e ansia per non sapere cosa dire né dove si andrà a parare, ma poi quando l’ispirazione prende forza, il flusso creativo diventa trascinante, predominano soddisfazione e pienezza. Sono attimi di felicità, perdita di orizzonti, pieno contatto.

Nell’Arteterapia straordinario è il valore dell’improvvisazione poiché stimola le persone a rivelare il mutare continuo dei propri pensieri e sentimenti, mettendo a nudo le proprie peculiarità e contraddizioni con grande libertà. Svelarsi e mettersi in gioco richiede energia e impegno, ma porta la persona a una sensazione di grande forza interiore. Le persone creative sono semplicemente persone disposte a correre il rischio di sembrare strani, assurdi, sbagliati e questo ha un costo grande in termini di Ego, ma è uno sforzo ben compensato poiché un grosso peso se ne va: quello di non dover fare le cose per essere apprezzati dagli altri, ma agire affidandosi unicamente al proprio intuito.

Nella danza si esprime la propria interiorità attraverso il movimento corporeo e il ritmo. Cuore e mente connesse tra loro rappresentano il nostro mondo interno che si espande nello spazio e prende forma. Nella danza creativa la sensibilità si amplifica sino a percepire le sottili differenze nella dinamica delle emozioni: rabbia, gioia, amore, paura, dolore. Il potere curativo della danza risiede nella potenza liberatoria della libera espressione, nella ricerca del movimento autentico che connette la persona a se stessa e nell’atmosfera empatica che si viene a creare nel gruppo fra le persone sintonizzate su sentimenti comuni.

Nella pittura creativa sensibilità e immaginazione hanno il sopravvento sulle funzioni logiche e analitiche; il processo creativo presuppone un continuo impegno: provare, cambiare, scegliere forme e colore che se da un lato può sembrare un gioco meraviglioso, dall’altro richiede una presa di responsabilità. La persona può decidere l’inizio ma non sa dove arriverà alla fine dell’opera. Parole e pensieri scompaiono per lasciare spazio a intuizioni, ispirazioni, senso di vuoto e soddisfazione. Nella pittura creativa non vi è interpretazione dei simboli: le nostre opere parlano di noi, sono il riflesso della nostra interiorità. Mentre la persona è immersa nella pittura non si accorge cosa sta raccontando di sé e quali intuizioni si stanno delineando: sperimentare nuove forme e colori rende l’esperienza profondamente trasformativa in cui la bellezza risiede nel processo stesso di rivelarsi e riconoscersi. 

Scrivere è un modo di dare un senso al turbinio interno di pensieri, emozioni, esperienze vissute per spiegarle in primo luogo a sé stessi, poi agli altri perché abbiamo bisogno di comunicare. Nei laboratori di scrittura creativa la condivisione fa parte del percorso; dopo aver lasciato fluire le parole sul foglio, ciascuno legge il suo scritto e le emozioni di ognuno entrano nel cuore dei compagni. Si scrive per lasciare tracce di sé, mettere in relazione gli eventi della nostra vita; quando attraversiamo momenti critici ci sentiamo spinti all’autobiografia per recuperare il nostro equilibrio come se i pensieri scritti in libertà potessero aiutarci e in qualche modo risanarci. La scrittura creativa è in stretta connessione con l’ascolto poiché significa porsi in sintonia con quanto si muove dentro, per lasciarlo defluire nella pagina. Scrivere un’esperienza che tutti possono sperimentare: è un dono e una dannazione, si può imparare e migliorare sempre, ma richiede costanza, impegno, metodo e addestramento: occorre leggere, ascoltare, rielaborare, scrivere e riscrivere, entrare nelle vibrazioni delle parole e nelle sfaccettature di significato.

Il teatro d’improvvisazione è un luogo in cui l’attore raggiunge il cuore degli spettatori con una presenza che non è semplice partecipazione ma un rivelarsi con generosità, fidandosi del proprio impulso interno; svelarsi e mostrare la complessità della propria anima di fronte allo sguardo degli spettatori aiuta a conoscersi meglio e accettarsi così come si è. Nei laboratori di Teatro-terapia vi è la peculiare opportunità di esplorare ed esprimere la propria umanità senza conseguenze sul piano reale: per esempio è possibile esprimere l’odio, l’aggressività, il disprezzo, l’amore, la stoltezza, l’avarizia e ogni sentimento che aleggia dentro di noi, sicuri che nessuno ne morirà. Sulla scena inizialmente la persona ha un problema paradossale, deve spingere se stesso ad agire per trasformare i propri pensieri, immagini e sentimenti in azione sceniche alla ricerca di quella “naturalezza” espressiva che si ritrova solo in un secondo tempo quando il flusso creativo acquista forza e la persona si rende conto di avere un corpo agile e volitivo sulla scena come nella vita.

Nella musica e nel canto la persona sceglie istintivamente quali sono le note più adatte a rappresentarlo e esprimere ciò che vibra dentro. Se potessimo ricordare ogni volta che una particolare canzone, suono o voce ci hanno impressionato potremmo creare la colonna sonora della nostra storia, un viaggio nel tempo di noi stessi. Nei gruppi di Musicoterapia ognuno si esprime con la propria musica e il proprio canto e le persone si ascoltano reciprocamente, si riconoscono, si avvicinano o si allontanano facendo nascere così la musica della relazione. Ognuno è impegnato a trovare dentro di se, ma in contatto con l’altro, la musica del momento presente legata ai suoi desideri, conflitti, gioie; questo porta i partecipanti ad affinità sensoriali profonde.

Tanto più le persone sono consapevoli dei propri desideri e lottano per raggiungerli, tanto più sono sostenute da un’energia interna e dall’idea che valga la pena tentare, nonostante tutto. Nel perseguire la nostra realizzazione noi troviamo in valore e il senso della vita.

Lo sviluppo delle capacità creative richiede molto coraggio perché non possiamo sottrarci alle polarità dell’esperienza: esprimersi senza seguire modelli prestabiliti porta con sé eccitazione e tensione, allegria e dolore, vittoria e sconfitta. Le persone creative devono reggere l’ansia, l’insicurezza, l’impegno per non arrendersi di fronte ai dubbi e lottare per ottenere ciò in cui credono, nonostante i dubbi.